Magia nella Stanza dei Desideri con le bambole da tutto il mondo
Dal Perù al Polo Nord, la nipote di don Teodosio regala a Monterubbiano la sua collezione Per spingersi in ogni angolo del mondo, a Monterubbiano basta attraversare la “Stanza dei Desideri” e farsi prendere per mano dalle 641 bambole che contiene.
Basta guardare i ricami dei loro vestiti di altri epoche e di altre terre, accarezzare con lo sguardo guance e smorfie disegnate con cura oppure fermarsi di fronte a quei visi cristallini che raccontano tratti di ogni parte del globo.
Basta questo per volare con la fantasia. E per partire, alla scoperta di terre lontane e delle storie che ognuna di quelle bambole porta con sé.
Nella Stanza dei Desideri quei 641 pezzetti di arte li ha portati Maria Teresa Mircoli, il sindaco di Monterubbiano.
Ma tutto è partito dalla collezione privata di una monterubbianese d’adozione, la dottoressa Pia Desideri, nipote dell’amato don Teodoro, arciprete della città per oltre 40 anni.
La passione Viaggiatrice instancabile e collezionista appassionata, è stata lei ad acquistare ognuna di queste piccole creature in terracotta, ceramica o pannolenci durante le sue peregrinazioni attorno al mondo zaino in spalla, marito a fianco e tanta volontà di scoprire e conoscere, anche attraverso il piccolo mondo della fattura artigianale.
Tappa dopo tappa, quelle bamboline sono diventate qualcosa di più di un semplice souvenir: si sono fatte prima ricordo, poi collezione. Infine, dono.
Perché a Monterubbiano i 641 esemplari esposti dallo scorso 19 agosto nella Stanza dei Desideri del palazzo comunale sono state regalate dalla loro proprietaria. «La signora Desideri vive a Subiaco ma trascorre tutte le estati nella nostra terra, sin dalla tenerissima età.
In paese sappiamo tutti della sua collezione di bambole preziose e, appena ho avuto l’opportunità di portarla qui, non me la sono lasciata scappare», spiega Mircoli.
L’incontro
Tutto è successo lo scorso anno ci racconta. «Eletta sindaco, ho incontrato la signora Desideri in piazza e lei ha commentato: “Mi fido di te: ora che sei diventata tu il primo cittadino di Monterubbiano, regalerò le bambole al nostro paese”.
Appena ho sentito quelle parole, l’ho portata di corsa al palazzo comunale e, indicando la sala che ora ospita la collezione, le ho risposto: “Il tuo regalo sarà sistemato qui, in Comune, a disposizione di tutti i concittadini.
Si chiamerà la “Stanze dei desideri”: sia in tuo onore - e in quello di una famiglia così nota e legata a Monterubbiano sia perché, avere qui queste bambole, significa per me aver realizzato un desiderio di tutti i monterubbianesi».
Chiuso nello scrigno della sala comunale fino a pochi mesi fa utilizzata solo come magazzino il tesoro di Monterubbiano è un «piccolo grande museo unico al mondo», spiega orgogliosa il sindaco, fatto di pezzi preziosi di ogni dove.
I confini
È l’unico angolo della terra in cui il Perù è vicino al Pakistan e all’Afghanistan, in cui il Portogallo confina con il Giappone, in cui le bamboline del Polo Nord (quelle con la pelliccia vera sul bordo dei vestiti) se ne stanno fianco a fianco con quelle acquistate in Israele, in Armenia, in Spagna, in Libano, in Thailandia o in Cina; l’unico angolo di terra in cui i colori caldi dell’Etiopia, del Messico e dell’Iran convivono con quelli glaciali della Russia, in cui la Grecia e la Germania non appaiono poi così lontane.
E su tutti ci sono le ricche bamboline veneziane e i figuranti del palio di Siena perché una tappa nelle cattedrali del pellegrinaggio italiano non poteva Grande viaggiatrice e collezionista le ha acquistate ovunque di persona Il sindaco Mircoli «Non mi sono lasciata scappare questa opportunità»
certo mancare.
«Tutte le bamboline erano raccolte nella cittadina laziale.
Così, con un concittadino monterubbianese, Eugenio Nardoni, abbiamo affittato un camioncino e siamo andati fin là a prenderle racconta Mircoli.
Inscatolate e ben protette, le bamboline hanno attraversato con noi gli Appennini e sono ora a disposizione di tutti coloro che saranno così curiosi da visitare questa esposizione permanente».
L’entusiasmo del primo cittadino lascia trapelare tanta soddisfazione per quella “spedizione laziale” e una punta di orgoglio. «A Subiaco speravano che la collezione rimanesse in città.
Ce l’ha confermato anche il cameriere del ristorante in cui abbiamo fatto sosta prima di partire con il nostro carico alla volta delle Marche: ci ha guardato con espressione insieme triste e attonita, sapendo che, con noi, sarebbero venute via da Subiaco anche quelle 641 piccole meraviglie di un mondo puro e incantato».